Capitolo 1: Un nuovo inizio

Pubblicata il 27 Apr 23:57 12

Il rumore della sveglia ruppe il silenzio di una stanza che Luigi aveva già imparato a considerare come temporanea.

Guardò il soffitto bianco, ancora anonimo, e sospirò profondamente: era il primo giorno in una nuova scuola, l'ennesima della sua vita infinita.

Luigi è un apparente diciassettenne, ma dietro quell'aspetto comune si nasconde qualcosa di straordinario. Il suo corpo conosce vie misteriose di guarigione e resistenza: il tempo su di lui sembra scorrere diversamente, quasi a sfiorarlo senza lasciar traccia. Eppure, anche i doni più grandi hanno i loro limiti, e Luigi ha imparato che l'invulnerabilità è più complessa di quanto sembri. Per fortuna, con la sua intelligenza acuta e un innato istinto di sopravvivenza, sa sempre come tirarsi fuori dai guai.

Dopo una colazione veloce e uno sguardo furtivo allo specchio, che rifletteva ancora quel volto eternamente giovane, raccolse lo zaino e uscì. Milano lo accolse con la sua energia familiare: il traffico, la gente che correva al lavoro, e il profumo di caffè dei bar già affollati.

Il Liceo "Alessandro Manzoni" era un edificio imponente. Luigi attraversò il cortile gremito di ragazzi rumorosi e spensierati, sentendo su di sé sguardi curiosi, inevitabili per un nuovo arrivato. Teneva lo sguardo basso, riservato come sempre, cercando di non attirare troppa attenzione. Non sapeva quanto sarebbe rimasto lì, meglio non legarsi troppo.

Entrato in classe, sedette all’ultimo banco, in silenzio. Osservava i compagni, cercando di capire le dinamiche di quel gruppo. Subito notò Elisa: una ragazza minuta, con grandi occhiali dalla montatura colorata e lo sguardo chino sul libro. Tre ragazzi la circondavano con fare aggressivo.

"Che cosa leggi oggi, secchiona? Non ti stanchi mai di essere così sfigata?" disse uno di loro, ridendo.

Elisa rimase immobile, con le guance rosse per l'imbarazzo.

"Magari vuole diventare un genio!" disse un altro con scherno, strappandole il libro dalle mani.

Luigi sentì un moto di indignazione crescere in lui, impossibile da ignorare. Aveva visto troppe volte simili scene, in troppe epoche, per restare inerte. Si alzò lentamente, avvicinandosi al gruppo con una calma determinata.

"Restituiscile il libro," disse con voce tranquilla ma ferma.

Il ragazzo che teneva il libro alzò un sopracciglio, sorpreso e infastidito da quell'interruzione.

"E tu chi sei? Il suo fidanzatino?" lo provocò ridendo.

"Sono solo qualcuno che pensa che ognuno meriti rispetto," rispose Luigi, guardandolo fisso negli occhi. Nel suo sguardo, per un istante, trasparve qualcosa di antico e profondo, che fece rabbrividire il ragazzo.

"Lascia perdere," borbottò il bullo, restituendo malamente il libro a Elisa e allontanandosi con gli altri due amici, visibilmente innervosito.

"Grazie," sussurrò Elisa, alzando finalmente lo sguardo.

Luigi accennò un sorriso gentile: "Non è nulla. Ricorda, nessuno ha il diritto di trattarti così."

Quel breve scambio non passò inosservato. Alcuni compagni stavano già mormorando e, senza che Luigi potesse evitarlo, qualcuno aveva già immortalato la scena con uno smartphone.

Più tardi, durante l'intervallo, Luigi si trovava nel cortile, seduto su una panchina isolata, assorto nei suoi pensieri. Sentì una presenza accanto a lui e alzò lo sguardo incontrando quello timido di Elisa.

"Posso sedermi?" chiese la ragazza con voce esitante.

"Certo," rispose Luigi sorridendo, spostandosi per farle posto.

"Sai, nessuno mi aveva mai difesa prima," iniziò Elisa, guardando le proprie mani che stringevano nervosamente il libro recuperato. "Di solito, faccio finta che non mi importi. Ma oggi, grazie a te, ho capito che non sono sola."

Luigi la osservò con attenzione, riconoscendo nella sua fragilità la stessa vulnerabilità che aveva visto in tante persone lungo i secoli.

"Non sei mai sola davvero," disse con dolcezza. "Devi solo avere il coraggio di aprirti agli altri."

Elisa sorrise, finalmente più serena: "Non so chi tu sia, ma sembri davvero saggio per avere diciassette anni."

Luigi trattenne una risata amara. "Diciamo che ho avuto molto tempo per riflettere," rispose enigmaticamente.

Improvvisamente percepì una presenza familiare. Voltandosi, notò Cristina ai margini del cortile, discreta come sempre. Il loro sguardo si incrociò per un breve istante, e lui sentì una rassicurante ondata di calore attraversargli il petto.

Santa Cristina è una figura celeste che ha l’abitudine di presentarsi come una giovane ragazza. Consigliera e mille altre cose, interviene e soccorre Luigi quando si trova in situazioni critiche. Ora, non sembra questo il caso ma sai com'è, capita di annoiarsi nell’aldilà.

Terminata la giornata scolastica, Luigi camminava pensieroso lungo una via poco frequentata. Cristina lo raggiunse con un passo leggero e silenzioso.

"Non potevi farne a meno, vero?" chiese lei sorridendo, pur con un tono velato di preoccupazione.

"Sai che non posso ignorare le ingiustizie," replicò Luigi con voce stanca. "Non importa quante volte cambi città, quante volte cambi identità, certe cose restano sempre le stesse."

Cristina gli sfiorò delicatamente la mano, facendogli sentire un calore familiare e confortante.

"Ma è proprio questo che fa di te ciò che sei," disse dolcemente. "Devi solo stare attento. Hai attirato più attenzione di quanto volessi."

Luigi annuì lentamente, comprendendo il rischio.

"I NOPS sono già sulle tue tracce, lo sai," aggiunse Cristina, seria.

"Lo so," rispose Luigi, guardando il cielo milanese, con lo sguardo perso nei ricordi di mille vite passate. "Ma finché ci saranno persone come Elisa, finché ci sarà bisogno di qualcuno che dica 'no', io non potrò smettere."

Cristina lo guardò con affetto celato, preoccupata ma orgogliosa di lui.

"Sarò sempre con te," sussurrò infine, sparendo nella luce del mattino.

Rimasto solo, Luigi respirò profondamente, sapendo che quello era solo l'inizio di un'altra difficile battaglia.

Una battaglia infinita per la giustizia, il rispetto e la dignità di tutti.