Capitolo 2: La Via della Spada
"Ancora una volta!" urlò Eldrin, la voce potente che echeggiava nel bosco silenzioso. "Non puoi permetterti alcun errore, Steel!"
Steel, il corpo coperto di graffi e lividi, strinse con forza l'impugnatura della spada di legno che Eldrin gli aveva affidato per l'addestramento. Con un respiro profondo, il ragazzo si slanciò in avanti, cercando di colpire l'eremita con un fendente laterale. Eldrin parò senza sforzo, deviando il colpo con una mossa precisa e fulminea.

"Troppo prevedibile!" sbottò l'eremita, scuotendo la testa con finta delusione. "Quando combatti, devi essere imprevedibile come il vento, rapido come un lampo!"

Steel sentì crescere la frustrazione, ma si limitò a stringere la mascella, deciso a non arrendersi. Eldrin, soddisfatto dalla determinazione negli occhi del ragazzo, ammorbidì il tono.
"Basta così per oggi. Riprendiamo domani all'alba. Ora studiamo."
Seduti attorno al fuoco acceso nella capanna dell'eremita, Steel sfogliò vecchi tomi illuminati dalla luce tremolante della fiamma. Eldrin osservava con attenzione ogni suo gesto, correggendolo quando necessario. "Per diventare un grande guerriero devi conoscere il tuo nemico e i misteri del mondo in cui vivi. Le divinità minori sono esseri potenti ma ambigui."

"E quelle maggiori?" chiese Steel con curiosità.
"Quelle maggiori governano ogni cosa, ma raramente interferiscono direttamente con i mortali. Sono troppo lontane da noi, troppo distanti nella loro perfezione."
Gli occhi di Eldrin, solitamente vivaci e penetranti, erano lucidi e persi nel vuoto, segno evidente che i ricordi stavano riaffiorando. Steel, intuendo il momento giusto, pose una domanda che lo tormentava da tempo.

"Maestro, perché non mi hai mai raccontato del tuo passato? So che eri un grande guerriero."
Eldrin fissò il fuoco per lunghi istanti prima di rispondere, la voce improvvisamente grave e distante.
"Perché il passato, ragazzo mio, è un peso che non tutti possono sopportare. Ma forse è giunto il momento che tu sappia qualcosa."
Flashback
"Preparatevi alla battaglia!" gridò Eldrin, la voce possente che sovrastava i suoni caotici del campo di battaglia. Era il giorno del grande scontro contro l'oscura gilda guidata dal demone minore Zhar'gul, una creatura assetata di sangue e vendetta. Eldrin, allora capogilda e noto come "La Lama del Tramonto", si trovava al culmine della sua fama e potenza.

Il cielo era oscurato da nuvole cariche di fulmini e la terra tremava sotto il passo pesante delle schiere nemiche. Eldrin impugnava la sua spada, il "Soffio Celeste", un'arma incantata che brillava di una luce azzurra, simbolo del favore divino.
"Avventurieri, questa è la nostra ora! Oggi combattiamo non solo per noi stessi, ma per la libertà del nostro mondo!"
Un boato di approvazione risuonò tra le fila dei suoi guerrieri. In quell'istante, Zhar'gul apparve sul campo, una figura mostruosa dalle corna nere e occhi incandescenti.
"Sei arrivato alla fine, mortale!" ringhiò il demone rivolgendosi a Eldrin, brandendo una spada avvolta in fiamme oscure.

"Ti sbagli, Zhar'gul!" replicò Eldrin con determinazione, avanzando senza paura. "Questa è solo una nuova alba!"
Lo scontro fu epico. Ogni colpo scuoteva l'aria, ogni parata risuonava come un tuono. Eldrin, agile e possente, riuscì infine a trovare un'apertura e colpì, la sua spada che perforò il petto oscuro del demone. Zhar'gul cadde in ginocchio, sconfitto, mentre le sue schiere fuggivano in preda al terrore.
Eldrin sollevò il "Soffio Celeste" verso il cielo, acclamato dai suoi uomini. Ma nel cuore del guerriero, una tristezza indelebile era appena nata. La battaglia aveva richiesto un prezzo enorme, molte vite erano state spezzate, amici e compagni persi per sempre.

Fine Flashback
Eldrin tornò al presente con un sospiro profondo. "Quella fu una vittoria amara, Steel. E fu allora che decisi di lasciare tutto e ritirarmi."
"Ma ora sei qui, maestro. Perché?"
"Perché il destino ha altri piani, e a volte le divinità chiedono di pagare i nostri debiti passati in modi che non comprendiamo subito."
Steel annuì lentamente, riflettendo sulle parole del maestro. "Io sono pronto a combattere."
"Lo so," sorrise Eldrin, "ed è per questo che ti addestro duramente. La via della spada non è solo una via di gloria, è anche sacrificio e consapevolezza. Ricordalo sempre."
Quella notte, Steel sognò battaglie epiche e divinità misteriose che lo osservavano. Nel cuore del ragazzo si era acceso qualcosa di nuovo: non più soltanto vendetta, ma una missione più alta, una promessa silenziosa a se stesso e al mondo.

"Non permetterò mai che un'altra tragedia come Eldermoor accada di nuovo," sussurrò Steel al buio, mentre le stelle brillavano serene sopra la capanna nascosta nel bosco. Quella promessa sarebbe stata il faro che avrebbe illuminato il suo cammino lungo la pericolosa e affascinante via della spada.